Olio su tela, cm 44,3×40.
In basso a sinistra: G. Tirinnanzi 1942.
Al verso: sul telaio, a pennarello, «Tirinnanzi / Greve». Provenienza: eredi Tirinnanzi, Greve in Chianti [FI].
Esposizioni: Tirinnanzi, Sessant’anni di pittura 1940-2000, testo di M. Moretti, Palazzo Vecchio Sala d’Arme, Firenze, 12 maggio-12 giugno 2006, riprodotto in cat. p. 119; Nino Tirinnanzi, Meraviglie di Natura, a cura di G. Faccenda, Chiostro del Bramante, Roma, 4-31 ottobre 2014, riprodotto in cat. p. 14.
Bibliografia: G. Faccenda, Catalogo Generale delle Opere di Nino Tirinnanzi, primo volume, Editoriale Giorgio Mondadori, Milano, 2015, riprodotto pp. 76, 242, n. 18.
Carlo Emilio Gadda nel catalogo del 1949, cit.: «Dotato di un gentil vigore e di prestezza al mestiere – e di quella recettività mentale ch’è pericoloso viatico, forse, ai più deboli, utile ai buoni – Tirinnanzi potrebbe frequentare l’Accademia ed il Portico: se volesse: in più d’una bottega potrebbe aver parte operante: la richiesta e la fornitura dei più rari «antiques»… lo vedrebbero intento ai guadagni. La sua capacità parodistica e la sua fanciullesca malizia hanno dato occasione alla nostra acutezza di esercitarsi «in vivo», allorché scambiammo una pittura di lui per una pittura di X: che egli aveva intenzionalmente contraffatto. Avvertiti in tempo, ci guardammo bene dallo scambiare un’altra di lui pittura «intenzionale» per una pittura di Y. Nelle quali due manifestazioni della sagacia attributiva mi paiono esemplari le due possibilità e insieme i due compiti d’ogni forma di critica «rigorosa», o se più vi piace «rigoristica». Lo spirito vince la materia, diceva quel tal tutore dello spirito. E noi di fatto la vincemmo: attribuendo la materia falsa allo spirito vero, e astenendoci dall’attribuire la materia vera allo spirito contrabbandato.»