Olio su tela, cm 60×70.
In basso a sinistra: Tirinnanzi 962.
Al verso: sulla tela, a pennarello, «B.C.M.», timbro, «Galleria d’Arte Santa Croce», a inchiostro, «556». Provenienza: eredi Tirinnanzi, Greve in Chianti [FI].
Bibliografia: G. Faccenda, Catalogo Generale delle Opere di Nino Tirinnanzi, primo volume, Editoriale Giorgio Mondadori, Milano, 2015, riprodotto pp. 115, 251, n. 122.
Marco Valsecchi nella monografia del 1962, cit., p. 14: «Ecco la serie delle storie di quartiere con i giochi dei ragazzi tra le piante, sulle panche di pietra, nel canto dei vicoli ventosi. Qui è celebrata una stagione felice dell’esistenza e il colore assume una tenerezza chiara, distesa pur nel rigore delle spartizioni disegnative. La «storia» grigiazzurra dei ragazzi intenti al gioco sotto i tre alberi spogli come canne d’organo è persino straziante nel cesello cristallino di quelle forme legate a mazzo, nel silenzio serale di quella radura fredda. Intuizioni, queste, del sentimento, che risuonano a lungo dentro l’immagine felicemente compiuta, solo a condizione che siano state gioia e patimento reale di un giorno. Uno sfogo quindi, diceva Santini. E difatti essa conferma un’origine strettamente autobiografica, una confessione diaristica e tanto più sincera in quanto calata in quella fissità d’istante (quale è sempre un dipinto del Tirinnanzi) che la esaspera. Un istante teso, non impressionistico e volgente; un istante fermato alla sua più lucida intensità: e per questo anche la felicità di certe pause serene, quasi arcadiche nella purezza del paesaggio, serba nel suo lampo un’ombra drammatica.»