Olio su faesite, cm 51×70,2. In basso a sinistra: Tirinnanzi 966. Provenienza: raccolta privata, Prato.
Carlo Betocchi nel catalogo del 1962, cit.: «In sostanza, sempre più risulta evidente dal complesso di questa pittura la straordinaria possibilità di attitudini posseduta da Tirinnanzi: la quale ci farebbe persino pensare che, se volesse, Tirinnanzi potrebbe sicuramente puntare verso atteggiamenti, dico a bella posta atteggiamenti, che incontrano oggi un largo favore. Ma la sua Musa è severa: sorge da profondità che non può rifiutare: emerge da una memoria che l’attualità dei giorni avvampa qua e là dei suoi lumi, ma verso la quale il suo spirito torna riconducendoci seco come una ninfa fuggitiva, verso le profondità sempre solitarie di ogni suo quadro.»