25.

L’Arno al Girone

1971

Olio su tela, cm 50×70.
In basso a destra: Tirinnanzi.
Al verso: sul telaio, timbro rettangolare [tutto maiuscolo] «Leonardesca / Tela fatta a mano»; [idem] «Gesso»; «50×70».
Provenienza: raccolta privata, Roma; raccolta privata, Firenze.

Esposizioni: Nino Tirinnanzi. Il racconto nella pittura, a cura di G. Faccenda, Caffè d’Arte Ceccarelli, Follonica [GR], 26 maggio-24 giugno 2001, riprodotto in cat. p. 25, n. 6; Nino Tirinnanzi. Tante vite e infine una, a cura di G. Faccenda, Palazzo Sacrati Strozzi, Firenze, 21 dicembre 2022-21 gennaio 2023, riprodotto in cat. p. 81, n. 33.

Bibliografia: G. Faccenda, «La “buona sorte” di Nino Tirinnanzi», Firenze Noi, anno II, n. 7, luglio 1995, riprodotto p. 80; G. Faccenda, Catalogo Generale delle Opere di Nino Tirinnanzi, primo volume, Editoriale Giorgio Mondadori, Milano, 2015, riprodotto pp. 150, 261, n. 245.

Renzo Federici nel catalogo del 1952, cit.: «L’animo vero del pittore, diremmo, è invece altrove: in certi tremori argentini, nelle serene e un po’ fantasticate sospensioni dei paesi sui quali sembra rabbrividire la luce densa e immune ancora delle ore mattutine; o in quei tocchi d’ambiente dove l’ironia o la tristezza s’infiorano di un sorriso silenzioso che è di scherzo e non di sarcasmo; perfino in quelle dilatate e deformate immagini che perdurano innocenti, stupori solamente e fantasticherie, non violenta e caparbia invenzione. È animo d’idillio e non d’amarezza; di simpatico affetto e non di dramma. Perfino là dove sembra tentare le sue prove più risolute e forzare i suoi mezzi a impegni più grossi, interviene una nativa discrezione a trattenerlo e volgere il tono ad affabile e quasi consueta malinconia.»